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Alluce Valgo

Dettaglio di un piede sinistro che presenta un alluce valgo, con sintomi di deviazione dell’alluce verso le altre dita e conseguente rigonfiamento all’altezza del primo osso metatarsale, alla base del dito.

Alluce valgo: cos’è? Quali sono le cause e i rimedi?

Si definisce alluce valgo, o più comunemente “a cipolla”, la lussazione (uscita dalla sede) della prima falange sulla seconda dell’alluce del piede. A livello visivo di presenta come una deviazione dell’alluce verso le altre dita, a partire dall’attaccatura, con un conseguente rigonfiamento – quello che ispira il nome “a cipolla” – all’altezza del primo osso metatarsale, alla base del dito.

In questa patologia, l’alluce devia la sua articolazione verso l’interno, con conseguente artrosi, rigonfiamento articolare e della spongiosa ossea (la parte dell’osso più spugnosa e vicina alle articolazioni) e infiammazione della borsa mucosa del dito.

L’alluce valgo può manifestarsi in maniera più o meno grave: nei casi più semplici si presenta solo un rigonfiamento nella parte dell’articolazione con una piccola lussazione, mentre nei casi più complicati l’articolazione subisce una vera e propria rivoluzione, con accavallamento del dito sopra
alle altre dita minori e sporgenza dell’articolazione a formare un angolo molto accentuato, che impedisce la mobilità di questa parte del piede.

Per capire quale sia la causa e quindi come trattare al meglio un alluce valgo, la cosa migliore da fare è sempre rivolgersi a un ortopedico professionista, che attraverso alcuni esami e visite di controllo possa indicare la terapia migliore da seguire.

Rappresentazione grafica dello spostamento dell’osso metatarsale nell’alluce valgo.
Spostamento dell’osso nell’alluce valgo

Quali sono le cause dell’alluce vago?

Una delle principali cause dell’alluce valgo è l’ereditarietà, quindi, una predisposizione genetica.
Questa patologia di solito si presenta dopo i 30/35 anni, facendosi ancora più frequente dopo i 50, ma può essere riscontrata in piccola percentuale anche in soggetti giovani che hanno, per l’appunto, una predisposizione innata; in questo secondo caso si parla di “alluce valgo giovanile”.

Un’altra delle cause possibili è il verificarsi di un trauma distorsivo o di frattura della falange; in questo caso l’articolazione, non lavorando più in asse, assume posizioni errate e con il passare del tempo la situazione peggiora progressivamente.

Una terza possibile causa è l’appoggio errato del piede. Chi ha un piede che, al contatto col terreno, non distribuisce bene i carichi ha molto spesso problematiche articolari; una di queste può essere, appunto, la formazione di un alluce valgo.

Spesso l’alluce valgo si presenta in uno solo dei due piedi: perché accade questo? Di solito la motivazione è che i due piedi hanno appoggi differenti e carichi scompensati.

Quando si verifica un alluce valgo per errato appoggio?

Di solito l’alluce valgo si presenta quando il peso corporeo viene posto verso la parte mediale del piede, quindi, la parte interna. Questo accade più di frequente negli individui che presentano il piede piatto, che sono più soggetti a questa patologia, ma non sono comunque gli unici a soffrirne.

Un piede, anche se all’apparenza non si direbbe, in realtà in fase di passo deve e può modificare il proprio assetto. Molte volte capita che la fase di pronazione (quella di appoggio della pianta del piede, essenziale perché ammortizza il passo) venga prolungata senza avere una fase di supinazione
(quella di spinta, essenziale per la fase di stacco). Al mancare della fase di spinta e con la protrazione della fase di appoggio, l’alluce è portato a supplire a questa spinta per dare inizio alla fase di stacco. Il dito, composto di piccole ossa e pochi muscoli, si trova così sobbarcato del
peso dell’intero corpo in una spinta cruciale del passo.

Per questi motivi, chi ha il piede piatto è più propenso a sviluppare un alluce valgo, ma quest’ultimo può presentarsi anche in soggetti che hanno un piede con la classica curva o volta plantare, poiché l’unica discriminante effettiva è che il peso corporeo, in appoggio, venga buttato verso l’interno del piede. Per questo motivo, svolgere test baropodometrici per valutare la qualità di appoggi del piede può essere utile per tutti.

Quali scarpe scegliere con l’alluce valgo?

Di solito l’alluce valgo porta fastidio o dolore in corrispondenza della parte laterale mediale del piede – la cosiddetta “cipolla” – a causa dello sfregamento delle scarpe. Per questo, il primo suggerimento è quello di indossare scarpe comode, senza tacco e possibilmente con calzata e avampiede larga, in modo che le dita possano muoversi con più libertà possibile.

Indossare scarpe ortopediche, plantari su misura o altre ortesi personalizzate, in grado di dare supporto a piede e caviglia, potrebbe essere la soluzione migliore per evitare un aggravamento della patologia e trovare sollievo al fastidio.

Mettere i separatori in silicone aiuta?

Il separatore in silicone classico, che si pone fra il primo e il secondo dito, ha sicuramente alcuni vantaggi, ma anche alcuni svantaggi. Nella prima fase della patologia, se e quando essa non è ancora acuta, questo rimedio aiuta a evitare un peggioramento e scongiura il formarsi di callosità da sfregamento fra il primo e il secondo dito. Per contro, però, mettendo un separatore fra l’alluce, più grande e forte, e il secondo dito, il primo finisce per spingere il secondo, scatenando una sorta di “effetto domino”. Il secondo dito, più esile e piccolo, deve lasciare spazio al dito più grande e lo fa o spostandosi indietro o andando a creare un dito a griffe o a martello.

In alcuni casi, si può ipotizzare di adoperare un tutore rigido per il distanziamento dell’alluce dal secondo dito. Prima di adoperare questo tipo di tutore è necessaria una visita ortopedica specialistica.

Alluce valgo grave: come si interviene?

Quando questa patologia si aggrava, in aggiunta alle scarpe ortopediche, si può ricorrere ad alcuni trattamenti fisioterapici ad hoc, che possono ridurne i sintomi, ad alcuni farmaci anti-infiammatori non steroidei assunti per via orale (come ad esempio ibuprofene o paracetamolo), oppure a terapie iniettive di corticosteroidi (anche se raramente vengono effettivamente utilizzate).

In casi estremi, può essere necessario fare ricorso alla chirurgia. L’intervento chirurgico realizzato più di frequente si chiama osteotomia e ha lo scopo di riportare l’alluce nella sua posizione originaria, correggendo ossa, legamenti, tendini e nervi; viene inoltre rimosso il tessuto osseo che va a formare la “cipolla” e vengono riallineate le cartilagini. Naturalmente, prima di intervenire chirurgicamente, il  professionista deve valutare diversi fattori come l’età del paziente, il suo stato di salute generale, la gravità dei sintomi e via dicendo.

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